mercoledì 24 settembre 2008

Cene da streghe

Conoscevo una volta un padre e una figlia. Quando la figlia faceva qualche pasticcio, il padre urlava "Santa Polenta, che maldestra!" A volte, però, la parola 'maldestra' gli sfuggiva, e diceva solo "Santa Polenta! ..." E mentre cercava la parola dimenticata, la figlia rispondeva prontamente: "Saltami addosso!" E così, il più delle volte li si sentiva dire "Santa Polenta, saltami addosso!"
Incuriosito da quella strana frase, chiesi loro di raccontarmi da dove venisse. In risposta, mi raccontarono una storia.


Alla cena delle streghe, per passare il tempo in compagnia, a volte si fanno delle strane gare. Una volta, per esempio, le streghe si sfidarono a chi riuscisse a fare le cose più straordinarie col cibo che c'era in tavola.
La strega che iniziò aveva di fronte a sè un piatto di spaghetti. Pronunciò una parolina magica e, stregoneria!, gli spaghetti iniziarono a muoversi come serpentelli e si sparsero tra i piatti, per poi sparire giù per le gambe del tavolo. Le altre streghe applaudirono convinte.
Una seconda strega, vegetariana, disse la formuletta segreta al suo piatto d'insalata. Le foglie verdi s'alzarono in volo con movimenti di farfalla e si diressero elegantemente verso la finestra. "Ohohoh!", esclamarono le altre streghe, commosse e deliziate.
Poi venne una strega, questa carnivora, che aveva nel piatto un mezzo posteriore di pollo e la metà anteriore d'un coniglio. Unì i due pezzi di carne, li colpì con la bacchetta magica, e una strana creatura, mezzo pollo e mezzo coniglio, saltellò da una strega all'altra, macchiandole tutte d'olio. "Che schifo! Che meraviglia! Che bravura! Che orrore!"
Tante altre streghe fecero delle magie col pane, con la zuppa, ce ne fu una molto applaudita con l'acqua. Venne poi il turno di una strega che aveva ordinato polenta e salsiccia. Levò le braccia, mormorò delle parole in una lingua sconosciuta e tutta lapietanza si mise in movimento. La salsiccia s'alzò in piedi nel suo sugo, si rivolse verso la polenta appollaiata nell'altra metà del piatto e gridò: "Santa polenta, saltami addosso!"
Per tutta risposta, la polenta s'alzò come un'onda di mare, avvolse la salsiccia e la divorò.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dietro i modi di dire spesso si celano storie buffe e strane, come in questo caso. Grazie per avercela proposta. Buon fine settimana:-)
Annarita

Giuliano ha detto...

Beh, ai bambini e alle bambine bisognerebbe insegnare a NON fare le magie con la polenta...
Ma penso che questo fosse scontato in partenza!
(con la polenta e con la minestra e con il purè...)

mazapegul ha detto...

Cari Annarita e Giuliano,
il modo di diere in questione s'e' evoluto in casa: il Santa Polenta l'ho introdotto io, per contaminazione dalle vecchie strisce di Bristow e per non dire di peggio nei momenti di stizza, "saltami addosso" viene dalla moglie, non so a che proposito. La figlia ha mescolato le due cose, producendo questo piccolo lemma di lessico famigliare. Un giorno Angelica m'ha chiesto: "raccontami la storia di Santa Polenta Saltami Addosso" (spesso mi trovo a sfornare piccole storie fast-food, su ordinazione) e, piu' o meno, e' venuta fuori quella che ho scritto.
Scusate la mia assenza sui blog amici: leggo, ma non ho un attimo di tempo per scrivere e sono indietro col sonno. Conto di tornare presto sulla rete, non appena s'apre uno spiraglio di tempo.
Màz