giovedì 29 gennaio 2009

Ninna nanna

Una vecchia ninna-nanna fa

"Ninna-o, ninna-o,
questo bimbo a chi lo dò?
Lo daremo all'uomo nero
che lo tiene un mese intero;
lo daremo alla befana
che lo tiene una settimana."

Mancano diverse scansioni di tempo. Io l'ho continuata così:

"Ninna-o, ninna-o,
questo bimbo a chi lo dò?
Lo daremo all'uomo nero
che lo tiene un mese intero;
lo daremo alla befana
che lo tiene una settimana;
lo daremo al padrone del forno
che lo tiene per un giorno;
lo daremo alla vecchia signora
che lo tiene per un'ora;
lo daremo al caprone cornuto
che lo tiene per un minuto;
lo daremo al sasso tondo
che lo tiene per un secondo."

E voi, come la completereste?

venerdì 23 gennaio 2009

Limerick

A Bologna, a un carciofo di Paestum,
un prezzemolo disse "Benèssum:
si frigge in padella,
si va poi in scodella."
Giudìa sorte al carciofo di Paestum.

lunedì 19 gennaio 2009

Concorso Cancellina

Carissimi lettori,
ultimamente non ho avuto molto respiro per scrivere nuove cose. E dire che qualche ideuzza c'era.
Lascerò a voi il compito di svilupparla, modificarla, tradirla. I frutti delle vostre fatiche, come premio, saranno qui pubblicati. Vi lascio un brogliaccio di massima come traccia.

Cancellina è una bambina che, al posto del dito indice della mano destra, ha una gomma per cancellare. Con quello può cancellare ciò (e chi) che non le piace, che la spaventa, che la fa arrabbiare... Non ha però modo di rimediare alle cancellature. Questo la porta a una serie di disavventure in cui cerca di rimediare con frettolose cancellature ai disastri di quelle precedenti, e le cose vanno di male in peggio.

Matitino, al contrario, può creare a suo piacere usando il dito-matita, ma non può cancellare. Anche lui, utilizzando questo potere, fa e finisce nei guai.

Lieto fine: Cancellina e Matitino s'incontrano e, collaborando, riescono a tirare avanti, anche con un certo successo.


Di questo spunto esistono diverse versioni orali, che magari metterò in rete. Dopo i vostri, ovviamente: non vorrei influenzare nessuno!

Saluti,
Màz