domenica 21 ottobre 2007

PAZIENZA

C’era una volta un babbo che girava per la casa urlando: “Dov’è? Dov’è?”
La sua figliola lo vide e gli chiese: “Dov’è cosa?” “Spostati, non vedi che mi stai tra i piedi?!”, disse il babbo sgarbatamente, e si mise a cercare dentro un armadio tirando fuori tutti i vestiti e buttandoli un po’ sul letto e un po’ per terra. Lasciò poi la stanza tutta in disordine e s’infilò per il corridoio: “L’ho perduta! Sono perduto!”
La moglie accorse dalla cucina: “Cos’hai perso?” Il marito neanche l’ascoltava. Prendeva tutti i libri dalla libreria, li apriva e li gettava per terra, facendone dei mucchi che sembravano collinette di carta, su cui la bambina, che era sì un po’ spaventata, ma a cui tutta quella confusione metteva anche un tantinello d’allegria, s’arrampicava come la capre s’arrampicano su per le montagne.
Non aveva ancora finito di buttare i libri per terra, che l’uomo andò in cucina a svuotare il frigorifero, poi in bagno dove prese tutte le cose che stavano nella specchiera e le gettò nel lavandino, poi corse in giardino e si mise a scavare con la vanga, spiantando i fiori e i cespugli. Tornò in casa e prese giacche e cappotti dall’attaccapanni, frugando nelle tasche di ciascuna. “Dov’è? L’ho persa!”, ripeteva in continuazione.
Mentre cercava tra i giocattoli della bambina, vide con la coda dell’occhio una zampetta che usciva da sotto il letto.
“Sei lì, birichina!”, disse, e tirò fuori da là sotto un animaletto peloso con dei grandi occhi dolcissimi, che si chiamava Pazienza.
Adesso che l’aveva ritrovata, si vergognò un po’ di tutti gli sgarbi che aveva fatto e della voce grossa. Diventò rosso come il succo di pomodoro e disse alla moglie e alla figlia, con voce bassa: “Scusate, avevo perso la pazienza. Mi perdonate?”
“Solo se rimetti tutto a posto”, gli disse la moglie. E lui, con Pazienza, rimise a posto tutto.

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